Finiamo questa rubrica con gli ultimi due precetti del Bushido, dedicati a tue capisaldi della morale di un samurai, senza le quali ogni azione perde completamente di valore. L’onore e la lealtà erano i due baluardi su cui il samurai fondava la sua vita, il samurai era legato al suo signore (daimyo) ma anche alla via che aveva scelto. Il samurai preferiva morire che cadere nel disonore.
名誉, Meiyo: Onore. La chiara consapevolezza della dignità e del valore personale sono lo sfondo imprescindibile di tutte le azioni di un samurai. Scrive Inazo Nitobe nel suo libro Bushido. L’anima del Giappone “Aveva ragione quel samurai che, da giovane, rifiutò di compromettere il suoi onore subendo una piccola umiliazione perché, disse, il disonore è come una cicatrice su un albero, il tempo non la cancella, ma la rende più grande”. Sono da esempio le parole di Tokugawa Ieyasu: “La vita dell’uomo è come percorrere una lunga distanza con un pesante carico sulle spalle. Non avere fretta, […] Non rimproverare nessuno, ma pensa sempre ai tuoi difetti. […] La capacità di sopportazione è il segreto di una lunga vita”. Ogni azione che compi, ogni decisione che prendi sono il riflesso di ciò che sei e il giudice sei tu stesso, non puoi nasconderti da te stesso.
忠義, Chugi: Il Dovere della Lealtà. Per il Samurai compiere un’azione o esprimere qualcosa equivale a diventarne proprietario. Egli ne assume la piena responsabilità, anche per ciò che ne consegue. Il Samurai è immensamente leale verso coloro di cui si prende cura. Egli resta fieramente fedele a coloro di cui è responsabile. Lealtà no significa rendere la propria coscienza schiava di un signore o di un re. Citando sempre Ianzo Nitobe “Un uomo che sacrifica la sua coscienza al volere o ai capricci di un sovrano era considerato dai Precetti in individuo di bassa lega. Un uomo del genere era additato come neishin, un infido cortigiano, o come choshin, uno che ottiene favori del suo padrone attraverso il vile servilismo”. Quando un suddito era in disaccordo con il suo padrone la sua lealtà gli imponeva di tentare ogni strada per persuaderlo del suo errore. Se non aveva successo, il padrone doveva agire come desiderava.
(considerazioni liberamente tratte dal libro di Inazo Nitobe “Buschido. L’Anima del Giappone” e da “Il Bushido, codice di onore del samurai”, Cultur College)